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Zaeta: giocattoli per grandi bambini


Si parla sempre della crisi di mezza età , quando l'uomo arriva a quel determinato punto della vita dove si rende conto che il tempo per lui è trascorso e ha portato viva quella giovinezza e allora si aggrappa a vecchi sogni o a oggetti che ha desiderato ma che per svariati motivi non ha posseduto.

Per molti sono le auto sportive di quelle ammirate da giovani , quando si era nel fiore degli anni ma si è squattrinati , ma per noi che amiamo le moto sono smpre le due ruote a essere nei nostri pensieri. 


Questo è quello che è successo oggi, dopo aver festeggiato il mio 50 compleanno con un bel giro in moto,mi sono ritrovato nella concessionaria Harley Davidson della mia città, ma mentre mi aggiravo tra i nuovi modelli bicilindrici americani, il mio sguardo è ricaduto su una piccola e snella moto motocicletta, un moto dalla cura maniacale.


La Zaeta è una di quelle moto che molto particolari, che tutti abbiamo guardato con curiosità e desiderio, ma un pò distacco perchè non è proprio alla portata di tutti. Però rimane sempre un'oggetto di grande bellezza e quando ti trovi ad averla davanti ecco che scatta qualcosa dentro.


Osservandola da vicino si vede è stata progettata con cura e passione, ogni elemento è ricavato dal pieno con macchine a controllo numerico, con componenti di altissimo livello al top di gamma, con parti in carbonio e alluminio che difficilmente trovate su altre moto, insomma una moto che sembra uscita da un gioielleria.


Piccola leggera scarna, con un motore monocilindrico da 530 cc capace di sviluppare 55 cv a 8000 giri, salirci in sella e come salire su un bici con il motore, per chi poi è abituato a girare con moto da oltre 200 e quasi traumatizzante non sentire il peso tra le gambe, tanto che quella guida muscolosa e di forza diventa un problema , perchè se si continua a usare quello stile di guida, la moto diventa nervosa.


Ma è un divertimento, è  adrenalina su due ruote, ti riporta indietro nel tempo a quando eri un giovane teppista della strada dove le pinne e i traversi erano il pane quotidiano.
Immagini già il poliziotto di turno che ti ferma credendo di avere a che fare con un sbarbatello e invece da sotto il casco esce un uomo maturo con tanto di capelli bianchi che potrebbe avere l'età del giovane agente della stradale.


Si questi sono tutti i pensieri che mi sono passati per la mente mentre la osservavo, e il proprietario della concessionaria sembrava leggermi nel pensiero tanto da avvicinarmi le chiavi della moto, ma dopo un momento fremito mi sono ripreso. 
Mi sono detto "Se sali su quella moto tu non scendi più" era un pò come mettere la un fiammifero vicino alla benzina...una cosa pericolosa.


Quindi con malcelato dispiacere mi sono allontanato da quella dolce tentazione, mi sono rimesso il casco e sono salito sulla mia fedele Triskell che mi aspettava fuori, ma il pensiero è fisso nella mia mente, ma la colpa non è della moto ma mia che ormai sono un uomo di mezza età che ancora si crede un ragazzino.    


 Photo from Cycleworld

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